Mario Marino
- Home
- Mario Marino
Nel gennaio 1934 entrò come volontario nella Regia Marina e venne assegnato alla categoria dei palombari, frequentò il corso presso la Scuola C.R.E.M. di Varignano, presso La Spezia. Alla fine del corso venne destinato al Comando Marina di Gaeta. Si imbarcò poi sul cacciatorpediniere Freccia e nel 1936 sul sommergibile H.6, frequentò il 1º Corso Sommozzatori ed effettuò anche le prime sperimentali uscite da un sommergibile in immersione. Finito il corso partecipò a missioni di guerra durante il conflitto italo-etiopico e nella guerra di Spagna. Nel 1938 frequentò il Corso per Alti Fondali. Il 4 giugno 1940 sbarcò dal Titano e passò in forza alla 1ª Flottiglia MAS quale operatore subacqueo dei mezzi d’assalto, e partecipò a missioni di guerra con i MAS. Nel maggio 1941 venne promosso 2º Capo Palombaro Sommozzatore. Nella notte tra il 25 e 26 luglio 1941 partecipò come secondo operatore del mezzo di riserva del Capitano delle Armi Navali Vincenzo Martellotta, all’impresa di forzamento della base navale inglese di Malta. La notte del 18 e 19 dicembre 1941, sempre con lo stesso ufficiale, col SLC 222 partecipò al forzamento della base navale inglese di Alessandria. In quell’azione, primo successo degli SLC., vennero affondate due navi da battaglia, una grossa petroliera e venne danneggiato un cacciatorpediniere. Fatto prigioniero dopo la riuscita missione, venne rimpatriato nell’ottobre 1944 e partecipò alla guerra di liberazione nel Gruppo Mezzi d’Assalto di Mariassalto. Nel 1949 venne promosso Capo di 1ª Classe Palombaro, nel 1962 col grado di Sottotenente del C.E.M.M. ebbe il comando del Gruppo S.D.A.I. di La Spezia che mantenne fino al suo collocamento in ausiliaria, avvenuto nel marzo 1977 col grado di Capitano di Corvetta (CS) . Motivazione Medaglia d’ Oro: «Eroico combattente, fedele collaboratore del suo Ufficiale, dopo averne condivisi i rischi di un tenace, pericoloso addestramento, lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un’azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sott’acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, valido e fedele aiuto dell’Ufficiale; offesa a morte con ferma bravura, la nave attaccata, seguiva in prigionia la sorte del suo Capo, rifiutandosi costantemente di fornire al nemico qualsiasi indicazione. Superbo esempio di ardimento nell’azione e di eccezionali qualità morali.» |